Cammino di San Benedetto: guida completa, tappe, emozioni e luoghi
- Partenza : Norcia (PG)
- Arrivo : Montecassino (FR)
- Lunghezza in Km : 300
- Numero Tappe : 16
- Regione : Lazio, Umbria
- Stagione : Primavera, Autunno
Il cammino della Via Raetia è un invito a rallentare, a respirare, a camminare piano e con senso. Lungo quasi 95 km, tra Boario Terme ed Edolo, in Lombardia, questo viaggio lento attraversa la Valle Camonica, prendendosi cura di chi lo percorre. In ogni passo, tra boschi, incisioni rupestri UNESCO, santuari preistorici, borghi montani e panorami di silenzio, la Via Raetia racconta una storia antica e viva 💚.
Le origini del nome affondano nella storia: “Raetia” era la provincia romana che collegava l’Alto Adige alla Pianura padana. Qui, l’antico tracciato oggi ascolta il passaggio dell’uomo nei millenni fra arte preistorica, cultura romana e spiritualità nascosta. Il cammino si snoda in modo fluido, regalandoti un’esperienza lenta che nutre il corpo e l’anima.
La prima tappa ti trae fuori dalla vita frenetica. Parti da Boario Terme, con il suo tepore e le acque rigeneranti, e ti inoltri lungo la pista ciclabile scorrevole che segue il fiume Oglio. Cammini tra verdi rilassanti e ti sorprende il santuario megalitico di Corni Freschi, luogo dove il silenzio ti parla. Superi colli e sentieri tra castagneti e radure, fino a raggiungere il convento dell’Annunciata, scrigno spirituale immerso nel bosco. Poi affronti una salita gentile che regala viste aperte sulla valle e ti conduce al Valzel de l’Undine, santuario preistorico dove la storia ti sfiora. Arrivare a Borno, borgo accogliente, è come ritrovare un caldo abbraccio dopo un giorno di cammino. Il respiro rallenta, le gambe si sciolgono, l’anima sorride 😊.
Lasci Borno con calma mattutina, il profumo del bosco e la sensazione di avere tutto il tempo del mondo. Il sentiero scende dolcemente verso Capo di Ponte, l’antica Civitas Camunnorum, passando accanto a luoghi sacri e megalitici. È una tappa lunga, ma il paesaggio ti ripaga con borghi nascosti, panorami aperti sull’Oglio, e una luce che cambia ad ogni curva. Camminare qui è come leggere un libro antico, ogni pietra sussurra leggende. Arrivare a Capo di Ponte significa toccare la storia con mano, respirare la memoria di millenni, sentirsi parte di un continuum umano.
È la tappa più breve, e forse la più intensa. Inizi con una visita al MUPRE, museo che racconta l’uomo primitivo, poi percorri boschi e sentieri tra i parchi archeologici: Cemmo, Seradina, Naquane, Foppe, Campanine. Ogni incisione rupestre, ogni pietra levigata, racconta gesti e riflessioni antiche: qui l’uomo metteva simboli e riti sulle superfici della natura. A ogni passo, senti il respiro delle generazioni che ci hanno camminato prima. Arrive a Cimbergo con lo sguardo che cerca l’orizzonte, tra massicci alpini e silenzi d’alba.
Ti immergi nei castagneti, fonte di vita e storia, e percorri la Valle di Saviore, sospesa tra il tempo e il cielo. Qui baite nascoste, archeologia industriale sommessa, e l’abbraccio della natura ti ridanno l’idea del tuo posto nel mondo. Camminare per stradine antiche, tra radure e profili di monti, è come disegnare dentro di te un nuovo orizzonte. Quando arrivi a Cevo, senti che ogni passo lento ha rigenerato qualcosa: il cuore, i pensieri, l’equilibrio.
L’ultima tappa è un tuffo nella storia più recente, eppure così potente. Attraversi il Sentiero della Memoria, con trincee, rifugi, piazzole della Prima Guerra Mondiale; il panorama è ampio, duro, umano. Ogni segno racconta dolore, resistenza, ricordo. Poi il cammino scende verso Edolo, tra panorami che respirano. Quando raggiungi la meta, senti qualcosa dentro che è cambiato: non sei più lo stesso viandante che è partito da Boario. Sei più lento, più consapevole, più vivo.
Questo è il cammino lento che la Via Raetia offre: ogni tappa è un dialogo tra natura, storia, spiritualità. È un invito a viaggiare dentro prima che fuori, a diventare pellegrino della propria testa, del proprio cuore.
La segnaletica lungo la Via Raetia è discreta ma presente: tabelle e simboli lungo i sentieri offrono un orientamento sufficiente, ma non aspettarti superstrade. Porta con te la guida ufficiale (mappe, altimetrie, descrizioni) e scarica le tracce GPS dal sito ufficiale per sicurezza e autonomia.
La difficoltà è moderata: solo alcune tappe presentano dislivelli impegnativi (ad esempio tappa 1 e 4), ma il ritmo lento, la lunghezza gestibile, rendono il percorso accessibile anche a escursionisti non esperti.
Il periodo migliore è primavera e autunno, quando il clima è mite e i colori sono intensi. L’estate può essere calda; l’inverno può portare neve e rendere il cammino più impegnativo.
Consigli pratici:
Puoi richiedere e portare con te il Passaporto del Viandante (o “Passaporto del Camminatore”), timbrandolo a ogni tappa. I timbri si possono ottenere presso uffici turistici, musei, strutture ricettive o punti ristoro lungo il percorso. Per info https://viaraetia.org/passaporto.php
Alla fine del cammino puoi ricevere il simbolico «Memoria Itineris», attestato della tua impresa personale.
In ogni tappa troverai almeno una struttura accogliente e ben radicata nel territorio:
Queste strutture sono menzionate nella descrizione tappa per tappa, come sostegno concreto per il viandante lento alla ricerca di calore e autenticità.